La mostra
La mostra, curata da Monica Fantini e Fabio Lazzari, è promossa da Legacoop Bologna e da Legacoopsociali. Le foto sono state scelte da Biba Giacchetti.


Bianco e nero.
Elliott Erwitt
Gli sguardi.
Steve McCurry


L'infanzia.
Dario Mitidieri
Il Progetto
Le immagini di Steve McCurry, a colori, producono un senso di stupore e meraviglia anche per l’intensità degli sguardi che l’autore è riuscito a catturare. Nel caso di Dario Mitidieri, la scelta di utilizzare il bianco e nero e l’apparente normalità delle scene, producono un tipo di partecipazione emotiva forte, rendendo in modo efficace quella che Hannah Arendt definiva “la banalità del male”. Elliott Erwitt scandisce invece nell’infanzia il tempo nel suo scorrere, nel suo farsi futuro e storia insieme. Tema prevalente di tutti gli autori è quello del gioco, spesso senza il sorriso e la spensieratezza a cui siamo abituati. Al gioco si richiama anche la scenografia di Peter Bottazzi: le foto di McCurry, Mitidieri e Erwitt sono state infatti collocate su strutture che assomigliano a giostre, costruzioni, abaci. Tutti simboli del diritto al divertimento, alla fantasia e all’istruzione.


L'intervento
L’allestimento si snoda in tre aree che, in modi differenti, richiamano i valori simbolici dell’infanzia. Nella prima area le immagini di Steve McCurry sono collocate su una struttura che rimanda a una giostra. Nella seconda area le fotografie di Dario Mitidieri trovano spazio in blocchi di legno che ricordano le costruzioni, i primi giochi che il bambino utilizza per confrontare la propria libertà creativa con i limiti imposti dalla realtà. Infine le immagini di Elliott Erwitt sono collocate su un ideale abaco, uno degli strumenti più antichi utilizzati per l’apprendimento e lo studio dei bambini.

